Giurisprudenza annotata

15.2. Corte dei Conti, Se. Giurisd. Reg. Toscana, n. 306/2009


Abstract


La Corte dei Conti, Sezione giurisdizionale regionale per la Toscana, con sentenza n. 306 del 12 maggio 2009 è intervenuta in tema di responsabilità di amministratore comunale per ingente spesa derivante da uso indebito della rete internet (utilizzo del programma e-mule).

La vicenda prende inizio dall’emissione, a carico del Comune, di una ingente fattura telefonica relativa ad una linea installata presso l’Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale.

Il Sindaco ha prontamente informato dei fatti la Procura della Repubblica e la Procura della Corte dei Conti.

Le successive indagini della Polizia postale hanno portato al sequestro del pc e dell’hard disk in uso al Presidente del Consiglio comunale ed alla richiesta di rinvio a giudizio per il delitto di peculato ai sensi degli art. 81 e 314 del c.p..

L’imputato, ipotizzando che altri abbiano abusato della risorsa strumentale, ha sostenuto di non aver effettuato il traffico internet contestato e di non essere stato informato del cambio del tipo di connessione per il servizio di rete da flat a linea a consumo.

Da un punto di vista oggettivo della vicenda è interessante notare che, a giudizio della Corte, la fattura della Telecom risulti di per sé prova del rapporto di causalità tra condotta ed evento in quanto è palese una consequenzialità tecnica tra uso del pc e fatturazione.

Da un punto di vista soggettivo, la Corte ha rilevato la gravità della colpa del convenuto che, nella sua qualità di amministratore pubblico, ha il principale compito di realizzare l’interesse pubblico generale ad una corretta gestione delle risorse pubbliche che provengono dal prelievo fiscale e, quindi, dal sacrificio patrimoniale di ogni contribuente.

Il documento è consultabile nel sito istituzionale della Corte dei Conti (www.corteconti.it).


Riferimenti bibliografici





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