Abstract
Presto gli italiani saranno chiamati a votare un referendum costituzionale per approvare o respingere la riforma della Costituzione il cui iter parlamentare si è concluso il 12 aprile 2016 con la seconda e decisiva deliberazione della Camera.
L’ampia riforma costituzionale, varata a maggioranza assoluta (ma non dei 2/3 del Parlamento, evenienza che avrebbe “svincolato” la riforma dal referendum confermativo), con diversa incisività, riscrive, integra o modifica ben 47 articoli della Costituzione vigente.
Il superamento del bicameralismo perfetto e la soppressione delle Province sono stati proposti come i due principali pilastri della “rivoluzione” ordinamentale, sui quali i promotori della riforma fanno affidamento per dragare consensi dall’opinione pubblica, mentre i soli addetti ai lavori sono stati interessati di quegli aspetti organizzativi e funzionali che invece, più di altri, influenzeranno la vita politica italiana dei prossimi anni.
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