Annullamento d'ufficio, pubblico interesse, certezza giuridica e legittimo affidamento dei cittadini
Abstract
La querelle tra interesse pubblico e situazioni giuridiche soggettive ha natura di disputa perdurante nella struttura dialogica tra P.A. e privati in sede di esercizio dei poteri di annullamento d’ufficio. Ciò non appare un caso dal momento che l'annullamento d'ufficio si pone sul crinale rilevantissimo tra interesse pubblico (alla legalità e alla cura dei fini di rilievo collettivo) e tutela delle certezze giuridiche (anche sotto il profilo dell’affidamento del privato al consolidamento degli effetti positivi conseguenti ad un provvedimento favorevole).
L’equilibrio tra queste due esigenze, sempre precario, in costante rinnovamento e sovente influenzato dalle caratteristiche dei casi concreti, si rinviene, come è noto, in termini positivi, nelle previsioni di cui all’art. 21 nonies l. 21 agosto 1990, n. 241, il quale dispone che il provvedimento amministrativo illegittimo, per ragioni sostanziali, può essere annullato d'ufficio, sussistendone motivi di interesse pubblico, entro un termine ragionevole comunque non superiore a diciotto mesi dal momento dell'adozione dei provvedimenti di autorizzazione o di attribuzione di vantaggi economici, inclusi i casi in cui il provvedimento si sia formato ai sensi delle disposizioni in tema di silenzio-assenso, e tenendo conto degli interessi dei destinatari e dei controinteressati, dall'organo che lo ha emanato, ovvero da altro organo previsto dalla legge
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