Abstract
Per quanto concerne l’Italia, il dibattito politico ed economico, che tuttora si sta svolgendo nel Paese, ha visto numerosi esponenti di partiti politici e di think-tank nazionali esprimere opinioni di disappunto, spesso a ragione, sulle politiche di austerità predisposte dalle istituzioni internazionali (in particolar modo, Commissione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale). Tuttavia, gli stessi analisti politici ed economici hanno sottovalutato la responsabilità che la classe politica italiana ha avuto nella mancata attuazione di riforme economiche “strutturali” finalizzate al miglioramento del quadro macro-economico del Paese.
Lo studio coglie in prospettiva diacronica la parabola delle politiche economiche e industriali da parte della classe politico-amministrativa italiana, i cui esiti, già dalla metà degli anni Settanta, hanno determinato un peggioramento strutturale delle condizioni sociali ed economiche della nazione, proponendo allo stesso tempo una serie di proposte che se attuate potrebbero costituire la base per la "ripartenza" del Paese.
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