Saggi e contributi scientifici

Il finanziamento dei diritti sociali: quali prospettive?


Abstract


La rimozione delle diseguaglianze sociali è un punto essenziale del nostro ordinamento costituzionale e, come tale, impegna fortemente tanto il potere legislativo quanto l'esecutivo. Benché la nostra Costituzione ponga al centro l'eguaglianza formale e sostanziale in senso complessivo, le politiche pubbliche vanno nella direzione opposta. Il quadro è ulteriormente aggravato dal fortissimo debito pubblico che pesa su tutte le scelte del decisore pubblico e ne condiziona i risultati. Lo Stato italiano, nel quadro della sua partecipazione all'Unione Europea, si è impegnato a ridurre progressivamente gli stock di debito pubblico che attualmente si attesta al 135% del PIL e che dovrebbe scendere alla metà. Non si può, quindi, non rilevare che le pressanti esigenze economiche stiano per travolgere il già debolissimo "Stato Sociale" italiano che appare solo un pallido riflesso di quanto previsto dall' art. 3 Cost. Lo Stato, o meglio, la Pubblica Amministrazione si trova dinanzi ad un bivio: da un lato i diritti sociali da dover garantire e dall'altro la revisione della spesa che comporta una continua diminuzione dei fondi disponibili per fare fronte ai compiti istituzionali. Il futuro delle prestazioni sociali è quindi legato alla realizzazione di nuovi modelli organizzativi orientati alla governance, la quale metta al centro delle relazioni il cittadino non come sottoposto ma quale attore comprimario delle politiche pubbliche con lo scopo d'innescare un welfare mix che consenta di abbinare l'azione pubblica alla responsabilità privata e quindi garantire più servizi.

Parole chiave


Diritto Amministrativo; Contabilità di Stato; Diritto Costituzionale.

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Riferimenti bibliografici





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